ARCHES – CANYONLANDS

Kayenta – Moab

Kayenta (Az) a Moab (Ut) – Km tappa: 300 – Km totali percorsi: 1610

Kayenta-Moab

Kayenta (AZ) –Mar 05 Giugno 2001:La giornata inizia nel migliore dei modi, uno splendido sole, nella mente ancora vivo il ricordo della Monument Valley ed una buona colazione sul tavolo. Questa mattina ce la siamo presa comoda e praticamente siamo gli ultimi “inquilini” della casa a lasciare la propria stanza. Ci da il buongiorno, e ci mostra dove fare colazione, l’unica persona della famiglia Navajo ancora presente in casa e cioè una giovane signora. Non sembra molto preoccupata del nostro ritardo visto che si appresta ad uscire. L’unica cosa che ci chiede è quella di, una volta terminata la colazione, chiudere la porta e lasciare le chiavi sotto la stuoia. Rimaniamo così soli e un po’ perplessi da tutta questa fiducia ma ormai abbiamo capito che da queste parti funziona così, la criminalità sembra quasi non esistere. Ricordo che anche a Page ci sorprendemmo del fatto che quasi quasi non si usava neppure chiudere la porta a chiave durante notte. L’esatto contrario di ciò che avevamo percepito a Los Angeles il primo giorno, cioè una tensione sempre presente come se da un momento all’altro potesse succedere qualcosa di “brutto”. Ma ora andiamo avanti con la nostra storia…….stiamo per metterci nuovamente in viaggio verso lo stato dello Utah e più precisamente Moab, famosa cittadina nei pressi di alcuni tra i più bei parchi nazionali degli USA.

Due passi nello Utah…

Mexican HatRipercorriamo la stessa US-163 North del giorno precedente e passiamo di nuovo nei pressi della Monument, parecchi chilometri dopo averla oltrepassata ci fermiamo in una piazzola a contemplare, un’ultima volta, questo paesaggio più unico che raro. Riprendiamo poi la nostra corsa fermandoci di tanto in tanto in qualche punto che ci eravamo precedentemente prefissato…….uno di questi è il Mexican Hat  (Cappello Messicano, vedi foto) dove la leggenda vuole che si tratti di un pastore messicano tramutato in pietra dallo stregone per essersi innamorato di un’indiana. Tralasciando le leggende devo dire che il posto è abbastanza carino e questo enorme masso, in equilibrio precario, fa si che uno immagini di vedere arrivare il mitico Wil Coyote che cerca di catturare l’antipatico Bip Bip…….tutto molto pittoresco ma non credo che vi fermerete più di qualche minuto. Un’altro posto che non dovete assolutamente perdere è il Goosenecks of the San Juan State Park. Lo si raggiunge girando a sinistra sulla SR-261 (che incontrerete dopo circa 5 Km dal Mexican Hat ) e poi immettendosi, dopo pochi metri, sulla Sr-316. Ovviamente non preoccupatevi visto che è tutto perfettamente indicato e non potete perdevi. Il posto è molto suggestivo e, nonostante faccia parte di uno State Park, non troverete anima viva e nessun genere di conforto tranne una toilette solitaria. Come dicevo il posto e’ molto particolare, infatti c’e’ un solo view point che si affaccia su un precipizio e voi potrete ammirare come il San Juan River si sia divertito, nel corso dei millenni, a scavare il terreno formando strettissime e profondissime insenature perfettamente simmetriche tra loro, il tutto sembrerebbe partorito dalla mente di qualche ingegnere un po’ bizzarro. Ovviamente, come per tutte le cose negli States, le dimensioni contano e quindi nonostante il grandangolo da 28mm non riuscivo ad inglobare nella foto tutta l’opera del fiume. Onde per cui accontentatevi della foto con uno solo di questi “colli d’oca” (seconda foto qui sotto). Rimaniamo una mezzoretta scarsa a guardare lo “spettacolo” da varie angolazioni e ritorniamo rapidamente sulla 163 North……non c’è neppure il tempo di ripartire che, dopo circa una decina di chilometri, la nostra attenzione viene catturata da un’indicazione che dice: Valley of the Gods. Benissimo, penso io, avevo letto alcune cose riguardo questa zona prima di partire ma non mi era ben chiaro da dove vi si accedesse. Svoltiamo quindi nuovamente a sinistra in una stradina sterrata che non prometteva nulla di buono. 

069

Dopo poco ci si presenta davanti il primo ostacolo, dovevamo fare un piccolo guado attraverso il letto di un fiumiciattolo quasi in secca. Va bene che la macchina è a nolo e quindi ci sentiamo un po’ più liberi di bistrattarla ma qui ne va della prosecuzione del viaggio e della nostra incolumità (non deve essere tanto piacevole rimanere appiedati fuori strada con tutti i bagagli in macchina senza neppure sapere di preciso dove ci si trovi). Dopo aver ponderato tutti i rischi decidiamo di affrontare questo benedetto guado e lo facciamo senza troppe difficoltà inoltrandoci nella, per noi misteriosa, Valley of the Gods!!! Percorriamo alcuni chilometri su questa pista che diventa sempre più accidentata e senza incontrare anima viva. Siamo nella più completa solitudine e queste stranissime formazioni rocciose ci “osservano” dall’alto come fossero enormi creature solitarie. Passa ancora un po’ di tempo e, proporzionalmente con la distanza percorsa, cresce la voglia di tornare indietro visto che non abbiamo idea di quanto possa essere lungo questo percorso e dove possa portarci. Inoltre, pensandoci bene, abbiamo ancora tanti, troppi chilometri da percorre per arrivare a Moab, la nostra destinazione finale. Il problema viene ulteriormente accentuato dal fatto che la strada diventa molto stretta, troppo dissestata e a lato c’e’ un dislivello di qualche metro……..appena posso giro la macchina e torno indietro, la decisione è definitivamente presa!!! Quando finalmente, dopo aver fatto dietro-front, sbuchiamo di nuovo sulla 163 N tiriamo un bel sospiro di sollievo e ripartiamo decisi verso nord (nota: dopo pochi chilometri la US-163 N si “trasforma” in US-191 N). Purtroppo devo ammettere che, a causa della tensione che si è venuta a creare, mi sono completamente dimenticato di scattare anche una sola foto ed è un vero peccato visto la particolarità del paesaggio. Per fortuna Irene ha rimediato riprendendo con la telecamera il percorso quasi per intero.

Moab e dintorni…Arches National Park

070E’ passata più di un’ora dalla nostra uscita dalla “Valle degli Dei” ed iniziamo ad avvicinarci alla meta. I paesaggi che ci hanno accompagnato durante il percorso hanno subito notevoli variazioni, in alcuni punti hanno assunto le caratteristiche del paesaggio alpino (nei pressi dei Monti La Sal) ed ora riprendono la loro più classica forma, per intenderci tipo paesaggi del film “Thelma & Louise”. Durante questa tappa ho tenuto il volante solo io per cui da qualche chilometro la stanchezza inizia a farsi sentire, decidiamo quindi di fare una piccola sosta. Alla prima occasione svoltiamo in cerca di un benzinaio o qualcosa che avesse a disposizione una “restroom” e, casualmente, ci troviamo davanti qualcosa di veramente insolito e inaspettato……una roccia rossissima troneggia davanti a noi con una scritta gigante che recita:”Hole N”the rock” (Buco nella roccia, vedi foto)!!! Un enorme punto interrogativo compare sulle nostre teste, ma che cavolo di posto è questo? Sicuramente qualcosa di insolito, bizzarro ed affascinante allo stesso tempo. Da quanto ci è sembrato di capire questo posto risale agli anni 40-50 ed era l’abitazione di una coppia di artisti veramente eccentrici e molto bravi. Nella facciata che vedete nella foto c’e’ l’ingresso di quella che era l’abitazione vera e propria scavata interamente nella roccia (ora riconvertita anche a negozietto di souvenir) e nella facciata principale risalta un busto di Franklin Delano Roosvelt. Proseguendo invece verso destra si arriva, attraversando bellissimi giardini fioriti, ad una specie di sacrario dove riposano per l’eternità queste due persone. Anch’essa è scavata nella viva roccia ed è contornata da sculture ed opere eseguite da queste due incredibili persone di cui assolutamente non ricordo il nome…….se passate di li merita una fermata.

Moab è molto graziosa, cioè la classica cittadina del sud-ovest degli States. Vi sono Motel e Hotel dietro ogni angolo vista l’importanza turistica che ricopre questo sito. In particolare Moab è un famoso punto di ritrovo per gli amanti della mountain-bike. Secondo la tabella di marcia che ci eravamo prefissati nei mesi precedenti pensavamo di fermarci almeno per due o tre notti visto che nei dintorni si trovano molti parchi importanti (Arches, Canyonlands, Dead Horse Point e parecchie scenic byways). Terminata l’ennesima ricerca scrupolosa del posto migliore dove passare queste notti decidiamo, per la prima volta, di alloggiare al Super 8. Ci sistemiamo in camera quando ormai il pomeriggio è gia maturo, una piccola rinfrescatina e poi si parte per una prima e veloce occhiata al famoso Arches National Park. Si torna sulla US-191 N e, appena usciti da Moab, si attraversa il ponte sul fiume Colorado. Dopo circa 4 Km svoltiamo sulla destra per l’ingresso al National Park. Nuovamente esibiamo la Il nostro “pass” ed entriamo dopo aver ricevuto la solita cartina e il classico “giornale” pieno di indicazioni e consigli utili. La strada prende a salire molto ripidamente lungo tornanti scavati sulle pareti verticali fino ad arrivare al primo punto di interesse: Park Avenue. Colori stupendi ed atmosfere incantate……proseguiamo oltre per arrivare alla famosa Balanced Rock dove un’enorme masso sfida tutte le leggi della fisica rimanendo in bilico su uno sperone di roccia (vedi foto). Non so perchè ma mi ero fatto l’idea che Arches fosse un parco di piccole dimensioni e pensavo di trovare tutto a pochi passi…..niente di più sbagliato. Solo per arrivare alla Balanced Rock si devono percorrere parecchie miglia incontrando, durante il tragitto, questi altri punti di interesse: The Organ – Three Gossips – Coutrhouse Towers – Sheep Rock – Tower of Babel – Petrified Dunes. Non siamo neppure a metà del parco quando cala la sera e, molto stanchi per la giornata intensa, decidiamo di andare a mangiare qualcosa e filare a nanna. Prima salire in camera, verso le ore 23,30, facciamo una telefonata a Bologna ai nostri colleghi (Sale Operatorie Specialistiche Ospedale Maggiore) che stanno montando in servizio (in Italia sono circa le 7,30 del mattino). Veramente forte pensare che noi stavamo per andare a letto in questo splendido scenario dello Utah mentre loro si apprestavano ad una dura giornata di lavoro nella Pianura Padana. Notte!!!

Canyonlands & Co.

Moab (UT) –Merc 06 Giugno 2001:Si dorme di brutto, ormai abbiamo assorbito il fuso anche troppo. Ogni giorno che passa ci svegliamo più tardi, alla faccia dei bravi turisti che sono sempre mattinieri. Sono le 9 passate quando andiamo da Denny’s che si trova a pochi metri dal Super 8. Segue poi un bel rifornimento di benzina, scorta d’acqua e una bella sacca di ghiaccio. Decidiamo di iniziare la giornata dirigendoci verso Canyonlands e, visto che siamo di strada, facendo tappa al Dead Horse Point State Park. Si riparte quindi sulla US-191 North per qualche miglio oltre l’ingresso di Arches, poi si gira a sinistra lungo la 313 West. Ad un certo punto bisogna girare nuovamente a sinistra per arrivare al Dead Horse. Si tratta di uno State Park quindi il nostro “pass” non è valido e si devono sganciare 6 dollarini per potervi accedere. Questo scorcio del fiume Colorado ci era molto familiare in quanto lo si trova in moltissimi poster e raffigurazioni di queste terre. Sfortunatamente siamo arrivati quando il sole era quasi a picco sulle nostre teste quindi, fotograficamente parlando, non possiamo godere di una luce particolarmente favorevole. Un’altra nota dolente consiste nella presenza di piccoli sciami di fastidiosissimi insetti, tipo moscerini, ci danno l’assalto in continuazione senza pungere ma creando notevole fastidio. Decidiamo di lasciare questo luogo e, dopo circa mezz’ora, arriviamo a Canyonlands e, per essere più precisi, Island in the sky. Questo parco naturale infatti si estende per circa 1400 Km quadrati nel Colorado Plateau dove il fiume Colorado e il suo principale affluente, il Green River, hanno scavato un’ampia valle e si sono sbizzarriti a creare paesaggi quasi lunari. Canyonlands National Park e’ composto da tre “distretti”: Island in the sky, The Maze e The Needles. Insieme formano come una gigantesca scalinata e, come dice il nome stesso, Island in the sky è la parte più alta arrivando a circa 1800 metri. Da qui infatti possiamo vedere chiaramente gli altri “distretti” sottostanti (Nota: da Island in the sky non è possibile accedere agli altri due “distretti”). Il paesaggio è sempre incredibilmente bello e selvaggio. Ovviamente percorriamo in auto tutte le strade possibili, anche quelle non asfaltate, fermandoci presso i principali view point: Grand View Point Overlook – Buck Canyon Overlook – Green River Overlookfino a raggiungere l’Upheaval Dome (1756mt) dove, dopo una breve camminata tra rocce ed arbusti che ti fanno pensare ad un’imminente incontro col tanto temuto Crotalo (serpente a sonagli), puoi arrivare alla sommità del cratere formato dall’impatto con un antico meteorite. Insomma da non perdere anche questo National Park.

Back to Arches…

075bisSono circa le 14,30 quando stiamo ripercorrendo a ritroso la 313 e dopo poco imbocchiamo, questa volta in direzione South, nuovamente la US-191. Eravamo diretti di nuovo ad Arches per approfondire il breve passaggio del giorno precedente. Nella mia mente covavo il desiderio di fare l’escursione fino al famoso Delicate Arch, simbolo dello Stato dello Utah. Premendo abbastanza sull’acceleratore arriviamo nei pressi della Balanced Rock verso le 15,30 e proseguiamo diretti al Wolfe Ranch da dove parte il sentiero per arrivare al Delicate Arch. Purtroppo qui cominciano le “dolenti note” in quanto Irene mi comunica che, ripensandoci, non se la sente di percorrere a piedi le oltre tre ore che occorrono per completare il “round trip” (andata e ritorno) di questo “strenous trail”. Inizia così un’accesa discussione e alla fine salta tutto…….devo, purtroppo, accontentarmi di ammirare questo stupendo arco naturale dal Delicate Arch Viewpoint. Dopo una piccola camminata di circa 20 minuti si raggiunge un punto dove si può ammirare, in lontananza, questa stupenda opera della natura. Dalla foto potete vedere come lo si vede con uno zoom da 300 mm, inoltre notate la posizione sfigatissima del sole in questo momento della giornata……non ho parole. Sono molto inca**ato e l’umore è in netto calo. Mi chiedo che cavolo ci siamo portati a fare gli scarponi dall’Italia se poi giriamo quasi sempre in macchina!!! Sempre discutendo riprendiamo l’auto per andare a farci almeno un piccola escursione nei pressi del Devil’s Garden, zona situata nella parte più settentrionale del parco. Lungo questo “trail” (sentiero) infatti si trovano molti famosi e stupendi archi naturali. Purtroppo il tempo passa troppo velocemente e, tra una discussione e l’altra, arriviamo al Devils Garden Trailhead a pomeriggio inoltrato. Io tengo un po’ il broncio ed Irene cerca di farsi “perdonare” affrontando questo percorso molto energicamente. Volendo percorrerlo per intero fino al Dark Angel questo “trail” è ancora più pesante di quello del Delicate quindi ci limitiamo a raggiungere ilLandscape Arch ammirando, durante il percorso, il Tunnel Arch e il Pine Tree Arch. Il sole inizia a calare sempre più velocemente e rimane solo il tempo per una foto allo Skyline Arch lungo la via del ritorno. Anche qui, per concludere degnamente la giornata, ennesima “litigatina” riguardo a chi doveva scattare la foto…..ma lasciamo perdere che è meglio. Ammiriamo il crepuscolo tra le North & South Windows e ci fermiamo a meditare soli soletti in uno spiazzo sotto la Balanced Rock. Successivamente si rientra a Moab, si cena e si cade in un sonno profondo quando ormai l’orologio indica la mezzanotte.

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Motel e Varie

DATA CATENA TIPO PREZZO VOTO
05 Giugno 2001 Super 8 – Moab 2 Queen Bed 53,42$ 7
06 Giugno 2001 Super 8 – Moab 2 Queen bed 53,42$ 7