DEATH VALLEY
Las Vegas – Lone Pine
Las Vegas (Nv) – Lone Pine (Ca) – Km tappa: 507 – Km totali percorsi: 3111
Las Vegas (NV) –Merc 13 Giugno 2001: Lasciamo Las Vegas appena in tempo, il “demone” del gioco non ci aveva ancora raggiunti ma mancava poco. Due giorni fa, appena arrivati, tutto ci sembrava strano e quasi quasi saremmo ripartiti anche subito. Ora invece siamo un po’ tristi e non vorremmo andare più via da questo bizzarro luogo fatto di superfluo, di caos e di luci……una specie di mondo stregato. Ciò significa che sarebbe bastato anche un solo giorno di permanenza in più a farci dannare l’anima per sempre!!!! Hei ragazzi sto scherzando!!! 😉
Verso la “Valle della morte”
Ora basta farneticare e ricominciamo a parlare seriamente di questa tappa. Si tratta di uno dei trasferimenti più lunghi dell’intero itinerario onde per cui alle 8 del mattino siamo già sull’Interstate 15 in direzione sud con un bel pieno di benzina e tanta voglia di visitare questo famoso parco della California. Per raggiungere la Death valley bisogna lasciare l’Interstate alla “exit 33” e imboccare successivamente la SR-160 west. Dopo aver attraversato le Spring Mountains si arriva ad un paese chiamato Pahrump dove si devierà sulla SR-372 west che a sua volta, appena oltrepassato il confine con la California, prenderà il nome di SR-178 west. Quando siamo a circa 145 Km da Las Vegas ci fermiamo in un vecchio paesino chiamato Shoshone. Il paese era semideserto e soffiava un vento incredibile. Sapevamo quasi tutto di questo posto grazie alla descrizione simpatica e dettagliatissima di uno “svizzerotto” (Nicola Croci-Maspoli) che gestiva un sito chiamato “Track’s”. Questo sito fu veramente uno dei primi in assoluto che visitammo nei mesi antecedenti la partenza e ricordo che ci piacque talmente tanto da stamparci tutte le info e gli itinerari. Questo sito poi improvvisamente sparì (ora ho visto alcuni suoi testi pubblicati nuovamente su usaonline.it quindi potete leggerli anche voi). Beh dicevo che quando ci siamo trovati davanti al Crowbar, il locale che descriveva lo “svizzerotto”, abbiamo provato un’emozione particolare. Il locale è posto proprio di fronte all’ufficio postale dove abbiamo acquistato alcuni francobolli. All’interno tutto è molto rustico, i tavoli sono alla buona e nel menu, oltre all’elenco delle cibarie, vi è un po’ di storia del luogo e dei dintorni. E’ quasi mezzogiorno e siamo gli unici turisti presenti oltre ad un gruppo di operai del luogo. In fondo alla stanza su di una parete troviamo una cosa simpatica, moltissima gente ha lascito un piccolo messaggio con tanto di firma su una banconota del proprio paese. Notiamo che ci sono parecchie banconote da 1000 e 5000 lire……così facciamo lo stesso anche noi. Dopo esserci rifocillati ripartiamo sulla SR-178 la quale dopo pochi chilometri gira verso ovest mentre noi proseguiamo in direzione nord sulla SR-127. Dopo un’altra cinquantina di chilometri raggiungiamo la famosa “Death valley Junction”, da qui giriamo ad Ovest sulla SR-190 proseguendo in costante salita per oltrepassare Amargosa Range e raggiungere la vera e propria Death valley!!! Il parco nazionale della Valle della Morte è tale dal 1996 (prima era National Monument) ma il nome le fu dato nel 1849 da un gruppo di cercatori d’oro che si smarrirono al suo interno mentre tentavano di raggiungere le miniere della California. Migliaia di anni fa questo posto era occupato dal lago salato Manley che si formò dopo l’era glaciale, ovviamente ora non ve ne rimane traccia se non per una dura crosta salata che rende il parco uno dei luoghi più aridi di tutto il pianeta. Se volete farvi un’idea di com’è fatta la Death Valley potete immaginarla come una grande depressione i cui bordi sono formati dalle montagne rocciose a nord, il deserto del Mojave a sud, Amargosa Range a est e Panamint Range a ovest. Ok, ora che abbiamo capito di che si tratta ritorniamo al nostro racconto. Stiamo percorrendo la SR-190 west e, a circa 30 Km dalla “Death Valley Junction”, vi consigliamo di fare una piccola deviazione a sinistra lungo la “Furnace Creek Road” (per circa 12 Km) e poi proseguire per altri 9 Km di ripida salita sulla “Dantes View Road”. Seguendo queste indicazioni arriverete al “Dantes View” a circa 1664 mt. sulle Black Mountains. Lo spettacolo da questo view point è impressionate, si domina l’intera vallata che sembra uscire da un’illustrazione della Divina Commedia. Proprio sotto di noi c’è “badwater” dove la grande distesa di terra salata crea un effetto stranissimo col suo colore bianco lucente. In quel momento eravamo completamente soli e l’atmosfera che si respirava era quasi surreale, soffiava un vento incredibilmente forte e gelido mentre enormi corvi neri emettevano sinistri richiami. Restiamo con i corvi a scrutare questo insolito panorama per parecchio tempo poi risaliamo in macchina e torniamo sulla SR-190 west e continuiamo a percorrerla fino ad arrivare al prossimo punto, uno dei più famosi in assoluto: Zabriskie Point. Qui la temperatura sale nuovamente a livelli altissimi, parcheggiamo l’auto ed affrontiamo a piedi la breve salita che conduce al view point. Qui sono stati girati famosi video musicali e film, uno spettacolare panorama di brulle colline color giallo intenso da non perdere assolutamente. Dopo questa fermata possiamo proseguire fino al Furnace Creek Visitor Center dove, se non avete il National Park Pass, dovreste pagare la quota di ingresso e ritirare la solita mappa e il “giornale” del parco. All’interno del V.C. c’è anche un interessantissimo museo dove potrete scoprire qualcosa di più sull’evoluzione di questo luogo nel corso dei millenni e su come gli antichi pionieri cercavano di sopravvivere in questa terra ostile. Rimaniamo un po’ di tempo a girovagare per il “museo” ristorandoci con l’aria condizionata poi ripartiamo.
“Acqua cattiva”
Torniamo indietro qualche chilometro per poter imboccare la strada che porta a Badwater, luogo “culto” per milioni di turisti che ha la particolarità di essere situato ben 86 metri SOTTO il livello del mare. E’ strano pensare che qualche giorno fa eravamo in auto a quasi 3.000 mt. di altezza (Bryce) ed ora siamo sprofondati a -86 mt., incredibile!! Badwater è infatti il punto più profondo di tutto il Nordamerica oltre ad essere anche il più caldo e il più secco. Se devo essere sincero dopo esserci temprati con le temperature di Calico e Las Vegas qui non mi sembra poi tanto più caldo, ma forse è solo una giornata anomala. Dico questo perchè al V.C. abbiamo letto che a Luglio la temperatura arriva quasi sempre oltre i 45° con punte record di 50°!!!!! E non sto parlando di Fahrenheit ma di gradi Centigradi!!! Imbocchiamo quindi la strada di circa 27 chilometri che porta giù a Badwater e ci godiamo questo incredibile paesaggio lunare. Ad un certo punto in mezzo al nulla, nei pressi del Golden Canyon Trail, ci fermiamo e spegniamo il motore. Scendiamo dall’auto rimanendo così un po’ di tempo ad ascoltare il silenzio che ci circonda. In questo punto la strada si perde a vista d’occhio (come potere vedere dalla foto) ed il tempo sembra essersi fermato. Per un attimo abbiamo pensato di farci un bella camminata avventurandoci all’interno di questo canyon dal caratteristico colore giallo oro ma poi, visto che non avevamo molto tempo a disposizione, siamo ripartiti. Arriviamo a Badwater quando il sole è a picco sulle nostre teste e vediamo così, per la prima volta, questa famosa sorgente che, nonostante tutto, riesce non seccarsi mai. Dopo le foto di rito nelle vicinanze del famoso cartello ci inoltriamo per qualche centinaio di metri nel fondo di quello che un tempo era il grande lago salato. Camminiamo sulla crosta biancastra composta prevalentemente da sale e, per un attimo, immaginiamo cosa significherebbe perdersi in questa desolazione…….morte sicura!!! Rientriamo all’auto e, durante il rientro, facciamo una piccola deviazione lungo l’Artist Drive. Si tratta di circa 15 chilometri di strada a senso unico che scorre attraverso brulle colline dai colori vivaci. Le tonalità variano in funzione dei minerali presenti nel suolo e, in alcune zone, assumono colorazioni sgargianti. Proprio per questo motivo il punto più famoso di questo percorso si chiama “Artist Palette“. Durante questo tragitto, composto da ripidi saliscendi a visuale quasi nulla, rischiamo di farci veramente male in quanto una grossa monovolume, proveniente dal senso vietato, ormai ci investe in pieno. Fortunatamente stavo accostando per scattare una foto e l’impatto è stato evitato per un pelo. La signora alla guida, essendosi spaventata, è scesa per capire cos’era successo. Dopo averle spiegato che stava correndo un po’ troppo e che aveva imboccato la strada in senso vietato si è scusata moltissimo ed è ripartita nella giusta direzione. Non oso pensare cosa sarebbe successo se non avessi rallentato per fare quella foto. Alla fine di questo percorso torniamo a passare davanti al V.C. e proseguiamo oltre visto che c’è ancora moltissima strada da percorrere….e che strada!!!!
Arrivederci, Death Valley
La Death Valley è veramente immensa e ci sarebbero tantissime cose da vedere e da fare ma, purtroppo, se si ha a disposizione una sola giornata bisogna rassegnarsi sperando un giorno di poterci tornare. Non abbiamo fatto praticamente nessuna escursione degna di nota anche perchè bisogna essere molto prudenti e ben attrezzati prima di avventurarsi a piedi in questi posti……non è uno scherzo!!!! Ad esempio non abbiamo visitato lo Scotty’s Castle, il Golden Canyon lo abbiamo solo intravisto come pure i Devil’s Golf Course e il Mosaic Canyon. Inoltre bisognerebbe avere un fuoristrada per raggiungere alcuni punti suggestivi quali Ubehebe Crater e la famosa Race-Track Playa dove una forza misteriosa fa muovere enormi massi lungo il fondo del bacino lacustre sempre asciutto. Dopo queste precisazioni continuiamo dicendo che l’uscita dalla Death Valley verso Panamint Spring non è cosa tanto semplice. Oltre al clima che mette a dura prova la vettura la strada inizia a salire con una pendenza molto più elevata di quando siete arrivati dalla parte della “death Valley junction”. Qui dovete seguire le indicazioni che consigliano di disattivare il climatizzatore in certi punti…..fatelo o sarà peggio per voi!!!! Noi facciamo un’ultima fermata presso le Sand Dune dove il paesaggio desertico assume le sue sembianze più classiche e affrontiamo con decisione la salita che sembra non finire mai. Lungo la SR-190 west il paesaggio muta rapidamente e gli improvvisi saliscendi generano un effetto tipo “montagne russe”. Finalmente oltrepassiamo Panamint Spring dove la strada continua costeggiando vertiginosi precipizi protetta solo da un misero guard-rail, poi si inizia a scendere lungo ripidissime discese fino ad arrivare dall’altra parte del Panamint Range. Arriviamo a Lone Pine quando ormai il sole è basso all’orizzonte e troviamo quasi subito un motel che ci soddisfa. Siamo stanchi morti!!!! Lone Pine è un paese molto grazioso alle pendici della Sierra Nevada dove spicca il monte Whitney la cui altezza supera i 4.400 mt., pensate che cambiamenti di scenario in un giorno solo, dalla bizzarra Las Vegas alla spettrale Death Valley per finire poi in uno scenario montano di prima categoria. La serata la passiamo girando qua e la e cenando in un Fast Food con annessa pompa di benzina. Decidiamo di andare a dormire verso le 22. La giornata sembrava terminata quando improvvisamente lo spazio antistante la nostra camera si riempie di voci schiamazzanti. Ma che cavolo è? Sbirciamo fuori e vediamo che una decina di ispanici (messicani???) hanno preso le camere di fianco alle nostre e ora stanno gozzovigliando con birra e hamburger seduti davanti alla nostra porta. Fanno un baccano infernale ma nessuno si azzarda a dire nulla. Sembravano operai che “smontavano” dopo una giornata di lavoro e parlavano solo spagnolo o messicano….boh!!! Si capivano solo alcune parole tipo “hola pedro….”, “….la magnana….”, ecc ecc. Dentro di noi speravamo che smettessero presto di fare tutto sto casino ma andarono avanti fino a quasi mezzanotte. Appena il silenzio tornò a farla da padrone mi addormentai come un sasso!!!
Motel e Varie
DATA | CATENA | TIPO | PREZZO | VOTO |
13 Giugno 2001 | Motel Mount Whitney | 1 Queen Bed | 42,15$ | 6 |