GRAND CANYON
Needles – Seligman – Tusayan
Needles (Ca) a Tusayan (Az) – Km tappa: 370 – Km totali percorsi: 820
Needles (CA) – Ven 01 Giugno 2001:Come al solito, causa “jet lag”, apriamo gli occhi parecchio tempo prima del sorgere del sole…. una volta alle 03:00, una alle 05:00 e infine scendiamo dal letto alle 06:30.
Irene e’ un po’ preoccupata per il mezzo “colpettino” che le era venuto il pomeriggio precedente a Calico ma il pensiero di partire verso il Grand Canyon fa si che il tutto svanisca in un attimo. Si comincia con la solita procedura mattutina, lavaggi vari e ripristino valigie che praticamente non verranno mai svuotate per tutta la durata del viaggio. La cosa piu’ sensata da fare con i bagagli, in un viaggio “on the road”, e’ quella di aprirli sul pavimento ai piedi del letto ed usare solo le cose necessarie senza fare troppo casino.
Dopo l’abbondante colazione/pranzo dal mitico Denny’s saliamo in macchina e, prima di partire, decidiamo di fare rifornimento di benzina e di acqua. Fatto il pieno alla pompa rientro per ritirare ricevuta, carta di credito ed acquistare l’acqua per la giornata. Vuoi per la fretta di partire, vuoi perche’ non ci avevo pensato, esco con una misera bottiglietta d’acqua da mezzo litro. Per fortuna Irene si accorge di questa mia manovra da “deficiente” e, dopo avermi rimproverato rientra nel market per uscire subito dopo con due bei galloni d’acqua fresca (2 galloni= circa 7 litri). Ribadisco il “per fortuna” perche’ non e’ propriamente da persone intelligienti avventurarsi nel deserto con 1/2 litro d’acqua in due.
Seligman, “Route 66”
Si riparte, imbocchiamo nuovamente la Highway 40 in direzione east e lasciamo, almeno per ora, la California. Nonostante avessimo gia’ fatto parecchie miglia il giorno precedente, la vista di questi enormi spazi aperti non finisce di stupirci. Avevamo portato da casa alcuni CD appositamente per viaggio ed e’ stato veramente utile. Sappiate che e’ estremamente suggestivo attraversare il vecchio west accompagnati dalle magiche note di Ennio Morricone (vedi Monument Valley). Immaginate un paesaggio desertico e polveroso che si perde a vista d’occhio, la strada corre diritta, solitaria e rovente come mai avete visto prima……ora immaginate questo stupendo scenario con le note di “Per un pugno di dollari” o “il buono il brutto e il cattivo”….sembra di sognare ad occhi aperti. Il bello di questi viaggi “on the road” e’ che in effetti non sai mai cosa farai, dove andrai di preciso, dove ti fermerai. Tu continui a macinare miglia su miglia e puoi decidere in qualsiasi momento cosa fare e cosa vedere……..insomma la sensazione di liberta’ e’ fortissima e quel pizzico di paura che ogni tanto avverti ci sta benissimo.
Ma ora bando alle chiacchiere, dopo qualche ora di viaggio ci avviciniamo a Seligman, un paesino che sorge lungo la mitica “Route 66”, la strada del “sogno americano”. La Route 66 nasceva nel 1926 col nome “US Highway 66” e partiva da Chicago nell’Illinois fino ad arrivare a Los Angeles in California. Divento’ la principale arteria stradale fra l’est e l’ovest americano tra gli anni ’30 e la fine della seconda guerra mondiale. Per questo e altri motivi, che ora non sto a spiegare, venne chiamata “the mother road”, la strada madre. Al giorno d’oggi praticamente non esiste piu’ se non in alcuni tratti, sostituita dalle moderne highway. Uno degli stati dove questa strada conserva intatto il suo fascino e’ appunto l’Arizona e piu’ precisamente da Kingman a Flagstaff passando, ovviamente, per Seligman. L’aria che si respira in questo tratto e’ veramente magica e sembra tornare indietro nel tempo, tutto e’ rallentato e tranquillo, le insegne dei vecchi negozi cigolano al vento…..sembra di essere sperduti in mezzo al nulla. La nostra sosta e’ durata poco piu’ di un’oretta, non c’era molta gente e il caldo mostruoso di Calico e Needles sembrava sparito. Ci sono resti di vecchie pompe di benzina e scheletri di automobili dalle mitiche forme dell’epoca, facciamo un giro per il paese, scattiamo qualche foto e poi, un po a malincuore, decidiamo di ripartire in quanto la strada per il Grand Canyon non e’ breve.
Tusayan “GRAND CANYON”
Lasciamo Seligman nel primo pomeriggio e rientriamo sulla Hwy 40 sempre in direzione east. Nel giro di pochissime miglia la strada prende a salire sensibilmente, come del resto aveva già iniziato a fare anche prima di Seligman visto che siamo in direzione del Coconino Plateau. Appena oltrepassato Ash Fork il paesaggio muta radicalmente e il deserto lascia il posto alla “Kaibab National Forest”. Imbocchiamo quindi l’Interstate 64 North e iniziamo la manovra di avvicinamento al famoso Grand Canyon. Per cio’ che riguarda il pernottamento avevo gia’ provveduto parecchio tempo prima (internet) in quanto ci tenevamo particolarmente a pernottare nelle piu’ immediate vicinanze del parco, sarebbe costato parecchio di piu’ ma in fin dei conti volevamo goderci al massimo questo momento. Ci aspettava quindi una “reservation” per due notti al Rodeway Inn – Red Feather di Tusayan a meno di un miglio dall’entrata del parco. Nonostante gli 80 dollari a notte siamo stati felici di aver fatto questa scelta e la consigliamo a tutti coloro che abbiano intenzione di visitare il parco.
La strada continuava ad arrampicarsi sempre piu’ in alto anche se in maniera molto graduale e, senza rendercene quasi conto, eravamo prossimi ai 2000 metri. Ci fermiamo presso una specie di centro abitato, un po strano per la nostra concezione di “paese”. Ci sono parecchie casette sparse qua e la’ lungo un’area non ben precisata, ma la cosa simpatica e’ che tutte le buchette della posta sono raggruppate in un punto prestabilito quasi come se si trattasse di un enorme “condominio”, veramente originale e pratica come trovata. Non lontano dallo strano paese abbiamo trovato un emporio con annessa pompa di benzina vecchia di qualche lustro ma in ottima forma. Ora col pieno fatto si puo’ partire in tutta tranquillita’ verso una delle sette meraviglie di questo nostro pianeta, il Grand Canyon. La strada, dopo essersi assestata sui 2000 metri di altezza, prosegue con alcuni sali-scendi senza mai farti presagire cosa ti aspettera’ e come si presentera’ questo fantomatico Canyon. Arriviamo a Tusayan nel tardo pomeriggio verso le ore 17:00. Tusayan e’ composto dalla strada principale (I-64) e….basta. Ai lati di questa strada sorgono costruzioni prevalentemente di tipo turistico, l’ufficio postale, qualche fast-food e dopo circa un miglio finisce tutto, nonostante ciò e’ tutto molto carino ed accogliente.
Troviamo quasi subito il Rodeway Inn, scendiamo dalla macchina e l’aria e’ fresca e frizzante, inoltre il cielo e’ di un blu che non ricordo di aver mai visto prima in vita mia. Sbrigate le pratiche al check-in, sistemato in fretta e furia i bagagli e raccolto l’armamentario fotografico saliamo di nuovo in macchina per raggiungere la tanto agognata meta. Dopo poco siamo all’ingresso del parco e, nonostante non sia alta stagione, ci sono gia’ parecchie automobili che formano una piccola fila. Durante la breve attesa decidiamo di acquistare il famoso “National Park Pass” che, con la misera cifra di 50$, ti offre la possibilita’ di visitare tutti i “National Park” degli States. Pensate che il solo ingrasso al GC costerebbe 10$ a vettura, potete quindi immaginare quanto abbiamo risparmiato avendo poi visitato ben 11 parchi nazionali. Appena termianto la picaevole conversazione col Ranger e riposto la nostra preziosa tessera nel portafogli ci inoltriamo sempre piu’ nel parco. Boh, qui continuiamo a macinare strada ma all’orizzonte non si vede nulla di particolare, dove cavolo sarà questo canyon? Improvvisamente incontriamo un cartello che indica la scritta “Yavapai Point” e decidiamo di fermarci a dare un’occhiata. Scendiamo dalla macchina, ci incamminiamo lungo la piccola salita e dopo pochi metri appare davanti a noi qualcosa di incredibile, uno scenario veramente impressionante……il Grand Canyon!!!!! Preso da uno strano rapimento mistico inizio a scattare foto senza rendermene nemmeno conto, in queste due giornate al GC consumero’ la bellezza di 5 rullini da 36. Il panorama che si presenta ai nostri occhi e’ da togliere il fiato, qualcosa di immenso che si perde a vista d’occhio sia alla nostra destra che alla nostra sinistra…….i colori dominanti di questo fantastico scenario sono il rosso e il verde oltre al blu’ profondo del cielo. Ovviamente da quel punto non si intravede neppure un scorcio del fiume Colorado che nel corso dei millenni ha creato questa meraviglia. Il resto della giornata, fino a che le tenebre non ci avvolsero completamente, lo passiamo tra lo Yavapai e il Mother Point. Il tramonto ovviamente fu qualcosa di incredibile, i colori del canyon si accesero e virarono verso una tonalita’ di rosso molto piu’ calda. Penso che un tramondo al Grand Canyon sia una delle esperienze piu’ belle che si possano assistere in natura. Per chiudere la giornata acquistammo due miseri amburgherini da McDonalds (il piu’ scarso tra le catene di hamburger degli States) e ce li mangiammo in camera prima di fiondarci a nanna.
Secondo giorno al GRAND CANYON
Tusayan (AZ) – Sab 02 Giugno 2001:IL secondo giorno al Grand Canyon inizia con la solita sveglia biologica puntata alle ore 4 del mattino. Come prima cosa vado solo soletto allo Yavapai per scattare qualche foto al sorgere del sole, Irene invece rimane a letto in quanto apprende della mia iniziativa troppo tardi, cioe’ quando ormai ero gia’ vestito e mi apprestavo ad uscire. Ovviamente si incavolo’ un pochino ma andiamo oltre. Il sorgere del sole non e’ altrettanto emozionante come il tramonto ma ha il suo fascino, forse per per il fatto che c’e’ molta meno gente, anzi quasi nessuno. Rimango a godermi lo spettacolo per quasi un’ora e poi rientro in camera per rimettermi un po sul letto. Quando ormai il sole era abbastanza alto ci svegliamo e andiamo a fare la nostra solita abbondante “colazione” al Tusayan Cafè, un localino molto carino a pochi passi dal nostro alloggio.
Come seconda giornata percorriamo la parte ad ovest del Grand Canyn, cioe’ la “Heremit Rest Route” che comprende i seguenti “View Point”:
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Trailview Overlook
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Maricopa Point
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Powell Point
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Hopi Point
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Mohave Point
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The Abyss
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Pima Point
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Heremit rest
Questi view point possono essere raggiunti sia a piedi che con una efficientissima rete di Bus navetta (ecologici). Noi abbiamo sfruttato entrambe le cose, nel senso che molti punti li abbiamo raggiunti a piedi mentre per altri abbiamo utilizzato la navetta. Purtroppo il cielo non era terso come il giorno precedente e durante tutto il pomeriggio il sole fu oscurato da dense nubi. Nonostante cio’ il panorama si presentava sempre impareggiabile.
Rimaniamo in giro tutta la giornata per rientrare poi in stanza verso le ore 18……una doccia e si riparte per lo Yavapai a godersi un’altro stupendo tramonto visto che le spesse nubi in cielo si sono aperte e hanno creato numerosi varchi. Unica nota negativa la presenza di numerosi turisti Giapponesi che, nonostante la maestosità del momento, sghignazzavano senza ritegno…..c’e’ mancato poco che qualcuno li buttasse nel baratro. Quando ormai il buio aveva inghiottito ogni cosa siamo rientrati in camera e abbiamo cenato con vari generi alimentari che avevamo precedentemente acquistato al “Mart” del benzinaio.
Anche questa giornata e’ terminata e l’indomani si riparte verso Page e il Lake Powell senza tralasciare la parte est del Grand Canyon sulla “Kaibab Trail Route”.
Motel e Varie
DATA | CATENA | TIPO | PREZZO | VOTO |
01 Giugno 2001 | (ex) Rodeway Inn | 2 Queen Bed | 85$ | 8 |
02 Giugno 2001 | (ex) Rodeway Inn | 2 Queen bed | 85$ | 8 |