Cenni di Fotografia

by Jekoz

La Macchina Fotografica - Esposizione e Pellicole - Concetti Fondamentali - Obiettivi & Lenti - Diaframma - Otturatore

 

Questa sezione non vuole assolutamente avere la pretesa di essere un "corso" di fotografia vero e proprio ma cerca di ripercorrere velocemente le basi di questa splendida arte. Iniziamo dicendo subito che fotografare significa, in parole povere, "disegnare con la luce". La luce infatti è l'ingrediente principale della fotografia e, senza questo tipo di energia, tutto intorno a noi sarebbe privo di colori oltre che di vita. Rimanendo in ambito prettamente fotografico possiamo distinguere vari tipi di luce che possono essere più o meno buoni per la riuscita delle nostre foto. Alcune caratteristiche della luce che dobbiamo imparare a conoscere e controllare sono, ad esempio, l'Intensità e la direzione. Nel tipo di fotografia di cui stiamo parlando diciamo subito che probabilmente ci imbatteremo spesso in situazioni con luce a "bassa intensità" e con "direzione radente" visto che gli orari migliori per scattare foto alla wildlife sono alle prime ore del mattino e al crepuscolo..

La Macchina Fotografica

Questo è lo strumento che ci permetterà di utilizzare la luce per disegnare. Ce ne sono di vari tipi, da quelle super-sofisticate e dotate di congegni elettronici avanzatissimi a quelli elementari "usa e getta". In tutti e due i casi i concetti base rimangono gli stessi.......la luce passa attraverso una lente che fa giungere l'immagine nitida all'interno di una scatola buia dove è posta la pellicola che verrà così impressionata. Nelle moderne macchine fotografiche digitali la pellicola è stata sostituita da un congegno elettronico che viene chiamato "Sensore CCD" ma i concetti di base rimangono esattamente gli stessi. Avrete inoltre notato la similitudine del meccanismo con il funzionamento dell'occhio umano: la luce passa attraverso una lente (cristallino) che fa giungere l'immagine all'interno della scatola (bulbo oculare) dove è posta una sottile membrana sensibile (retina). Tornando alla macchina fotografica ribadisco il concetto che la riuscita di una buona fotografia dipende maggiormente dalla persona che l'ha scattata piuttosto che dall'attrezzatura vera e propria. Detto questo si deve però specificare che per ottenere risultati di un certo rilievo bisogna seguire alcune regole ben precise. Ad esempio nel particolare tipo di fotografia di cui stiamo parlando (widlife) è molto improbabile ottenere foto di un certo interesse con, ad esempio, una macchina fotografica dotata di lenti non adatte allo scopo (grandangolo). L'esempio opposto potrebbe essere quello di voler fare foto panoramiche disponendo solo di un teleobiettivo da 300mm, non ha senso. Onde per cui l'abilità dell'operatore sta nel saper scegliere l'attrezzatura giusta al momento giusto! 

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Esposizione e Pellicole

L'esposizione è uno dei concetti che stanno alla BASE della fotografia per cui deve essere assimilato alla perfezione se si vogliono ottenere buoni risultati. Poco fa abbiamo parlato della luce che, passando attraverso una lente, raggiunge l'interno di una scatola buia dove è posta la pellicola sensibile (macchina fotografica). Ora aggiungiamo un elemento fondamentale a questo concetto: la luce deve giungere a contatto con la pellicola nella GIUSTA MISURA. Se al momento dello scatto la pellicola riceve troppa o poca luce la nostra fotografia risulterà, in entrambi i casi, "rovinata". Per far sì che la pellicola venga raggiunta dalla giusta quantità di luce bisogna agire su due elementi chiave: diaframma ed otturatore. Il diaframma regolerà la quantità di luce che giungerà alla pellicola mentre l'otturatore si occuperà di gestire la durata di questa esposizione (analizzeremo questi due concetti in maniera più approfondita più avanti). La "giusta quantità di luce" varierà da caso a caso a seconda dalla sensibilità della pellicola che andremo ad usare, infatti in commercio ne esistono vari tipi più o meno sensibili. Le pellicole più sensibili consentono di raggiungere una corretta esposizione più velocemente (scarsa luce o  utilizzo di diaframmi più chiusi) rispetto ai tipi meno sensibile che invece necessitano di un'esposizione prolungata. L'operatore potrà decidere che pellicola utilizzare a seconda della situazione in cui si trova tenendo conto però che pellicole meno sensibili consentono livelli di dettaglio maggiori, onde per cui occorre trovare un giusto compromesso. Il valore con cui si identifica la sensibilità di una pellicola viene espresso in ISO (International Standard Organization). Il tipo più comune è quello a 100 ISO e, avendo una sensibilità media, è adatto un po' per tutte le situazioni. Nel nostro caso (wildlife photography) io consiglio l'uso di pellicola a 200 ISO che offe una sensibilità doppia rispetto ai 100 pur mantenendo un livello di dettaglio abbastanza alto.

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Concetti Fondametali

Prima di continuare a parlare degli obiettivi e degli altri meccanismi che compongono la macchina fotografica chiariamo alcuni concetti fondamentali senza di cui non potremo andare avanti:


Lunghezza Focale

La focale di una lente consiste nella distanza espressa in millimetri tra il centro della lente ed il piano su cui si forma l'immagine nitida del soggetto (piano focale). La lunghezza focale determina la grandezza dell'immagine sulla pellicola. Un obiettivo con focale più lunga produce un'immagine più grande rispetto ad un obiettivo con focale più corta.


Angolo di Campo

Con angolo di campo possiamo definire la porzione di scena che riusciamo a "catturare" durante il nostro scatto. Questo valore si misura in gradi e viene influenzato da vari fattori quali la lunghezza focale ed il formato della pellicola (ovviamente nei nostri esempi ci riferiremo sempre alla classica 35mm e cioè 24x36mm). Se ad esempio consideriamo come lunghezza focale 50mm (obiettivo normale) avremo un angolo di campo di circa 45°. Questo valore andrà aumentando al calare della lunghezza focale (grandangolo) e si restringerà con l'aumentare della stessa (teleobiettivo).

L'Angolo di Campo diminuisce al crescere della Lunghezza Focale.


Profondità di Campo

Con questo termine andiamo ad indicare la porzione di spazio che risulterà a fuoco nella nostra fotografia. Una foto con grande profondità di campo avrà praticamente tutti gli elementi che la compongono nitidi. Al contrario in un foto con bassa profondità di campo il soggetto principale risulterà come l'unico (o quasi) nitido mentre tutti gli altri elementi, davanti e dietro al soggetto, saranno difficilmente distinguibili.


Luminosità di un Obiettvio

La luminosità di un obiettivo viene espressa in valori di f/ che consistono nel rapporto tra la Lunghezza Focale ed il suo diametro di apertura. Le ottiche con valori di f/ minori sono le più luminose, perchè, disponendo di una grande apertura rispetto alla loro focale, sono in grado di far passare una maggior quantità di luce. In parole povere un obiettivo con luminosità f/3 è più luminoso di un obiettivo f/4. Questa teoria è confermata dal fatto che più il diametro di una lente è grande e meno volte può essere ripetuto all'interno di una stessa focale facendo sì che, il rapporto ottenuto, generi un numero più piccolo. Questa caratteristica di un obiettivo (valore di f/ basso) è anche indice della qualità dello stesso.

Luminosità = Lunghezza Focale/Diametro di apertura

Valore di f/ più piccolo = maggiore luminosità

Valore di f/ più grande = minore luminosità.


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Obiettivi & Lenti

Poco fa abbiamo paragonato la macchina fotografica all'occhio umano, ora possiamo dire che se l'occhio umano, con la sua capacità di mettere a fuoco qualsiasi oggetto, può essere considerato l'obiettivo per eccellenza gli obiettivi intercambiabili consentono al fotografo di eguagliare e persino superare questa straordinaria facoltà visiva. Come abbiamo già ripetuto molte volte l'obiettivo è la parte più importante di tutta l'attrezzatura fotografica e ci consente di poter catturare l'immagine facendo passare la luce attraverso una serie di lenti (convergenti e divergenti) che sono situate al suo interno. Possiamo dividere gli obiettivi principalmente in due grosse categorie, gli obiettivi a focale fissa e quelli a focale variabile (Zoom). Per ciò che riguarda gli obiettivi a focale fissa possiamo elencare quelli maggiormente usati:

GRANDANGOLARE: Questo obiettivo ha una lunghezza focale molto più corta (24mm - 28mm - 35mm) rispetto ad un obiettivo normale (50 mm) e quindi offre un angolo di campo molto ampio ma conseguentemente le immagini risultano più piccole del normale. In parole povere si allarga notevolmente la zona che possiamo inquadrare e fotografare rendendo così possibile racchiudere in un solo scatto panorami o aree molto vaste. Altra caratteristica fondamentale degli obiettivi grandangolari è quella di conferire alla foto una grande prospettiva ed un elevato senso di profondità. Anche se questo particolare obiettivo non riveste praticamente nessuna importanza nell'ambito della "Wildlife Photography" diamo ugualmente alcuni consigli visto che probabilmente verrà usato parecchio durante il viaggio in generale. Diciamo che non bisogna abusare di questo tipo di lenti in quanto tendono a produrre parecchi "effetti collaterali" sull'esito finale della foto. Una delle caratteristiche principali consiste nel fatto che, come abbiamo detto prima, più riduciamo la lunghezza focale e più allarghiamo l'angolo di campo ma nello stesso tempo l'immagine tenderà a "deformarsi" fino ad arrivare al classico effetto "Fish Eyes" (occhio di pesce). Con questo tipo estremo di lente grandangolare si riesce ad inquadrare fino a 180° di scena ma si trasforma il fotogramma da rettangolare a sferico con evidenti distorsioni dell'immagine, deve essere quindi usato con senso artistico per evitare risultati non voluti. Un'ultima cosa, usando un grandangolo evitate di inclinare la macchina verso l'alto o il basso in quanto le linee verticali tendono a convergere invece di mantenersi parallele tra loro (questo è molto importante quando si fotografano strutture architettoniche).

TELEOBIETTIVO: Al contrario del grandangolo il teleobiettivo ha una lunghezza focale elevata (100mm - 200mm - 300mm) che conseguentemente implica una diminuzione dell'angolo di campo e l'ingrandimento del soggetto sul fotogramma. Altre conseguenze dell'aumento della distanza focale sono la diminuzione della luminosità, della profondità di campo e della prospettiva della foto (sono di profondità quasi nulla). Bisogna prestare quindi molta attenzione alla messa fuoco del soggetto onde evitare spiacevoli inconvenienti. Altra caratteristica importante di queste lenti è il fatto che più si tende ad ingrandire il soggetto (aumento della distanza focale)  e più i piccoli movimenti involontari della macchina vengono amplificati portando così ad un fastidioso effetto "mosso" o "micromosso". A conferma di quanto appena affermato introduciamo un'altro elemento basilare nella wildlife photography, il treppiede (o cavalletto). Vedremo dopo in dettaglio che caratteristiche deve avere questo importante accessorio, per ora diciamo solo che è assolutamente necessario se si intendono usare obiettivi con focale elevate o in condizioni di scarsa luce.

FOCALE TIPO ANGOLO DI CAMPO CARATTERISTICHE
28 mm Grandangolare 75° (ampio) Profondità di campo elevata (infinito)
50 mm Normale 45° (medio)  
105 mm Medio (Tele) 23° (ridotto)  
300 mm Teleobiettivo 8° (stretto) Profondità di campo molto limitata

Dalla tabella vediamo subito che, come già detto in precedenza, l'angolo di campo diminuisce al crescere della lunghezza focale.

MACRO: In un certo senso anche questi tipi di obiettivi possono essere usati da chi è appassionato di Wildlife Photography in quanto permettono, con il loro elevato potere di ingrandimento, di catturare immagini di animali (Ad es:insetti) che solitamente risulterebbero troppo piccoli per un obiettivo standard.

ZOOM: Discorso a parte va fatto per gli obiettivi a focale variabile che sono, a mio parere, la scelta migliore nel nostro specifico caso (lungo viaggio). Con questi particolari obiettivi è possibile modificare a piacere la lunghezza focale che varierà tra due valori limite. Con questa tecnologia possiamo evitare di portare con noi innumerevoli obiettivi a focale fissa che sarebbero ingombranti e scomodi da cambiare. Con un obiettivo zoom possiamo, ad esempio, passare da 28mm (grandangolare) a 80mm (medio) passando per tutti i valori intermedi senza dover fare nessuno sforzo. Ovviamente l'altra faccia della medaglia è che questi obiettivi offrono prestazioni qualitative leggermente inferiori dei loro corrispettivi a focale fissa, sono più pesanti ed hanno una luminosità inferiore. Tutti questi fattori "negativi" però non riescono a scalfire l'enorme praticità e maneggevolezza di questi zoom. Altra cosa da tener presente è quella di cercare di acquistare zoom che non hanno escursioni tra la focale minima e massima troppo elevate visto che spesso sono troppo costosi e a volte offrono prestazioni qualitative più "scadenti".

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Diaframma

Questo dispositivo meccanico posto all'interno dell'obiettivo (tra le lenti) è solitamente composto da una serie di lamelle che, aprendosi o chiudendosi, limitano le dimensioni del fascio luminoso che lo attraversa. Questo sistema presenta molte analogie con un'altra parte del nostro occhio, l'iride.

Come in natura anche nella fotografia il diaframma a iride serve per regolare il diametro del fascio luminoso che, attraversando l'obiettivo, andrà ad colpire la pellicola. Come per la luminosità di un obiettivo anche l'apertura del diaframma viene misurato in valori di f/ corrispondenti al rapporto tra lunghezza focale e il diametro del foro lasciato aperto dalle lamelle del diaframma. Anche in questo caso a valori di f/ elevati corrispondono aperture del diaframma ridotte e viceversa. Per comprendere questo "contorto" meccanismo basta ragionare così, ad esempio:

DIAFRAMMA f/5: Il diametro del foro del diaframma è compreso 5 volte nella lunghezza focale (foro piccolo)

DIAFRAMMA f/2: il diametro del foro del diaframma è compreso 2 volte nella lunghezza focale (foro grande)

Ora che ci è ben chiaro il concetto della misurazione del diametro del diaframma possiamo vedere più in dettaglio cosa succede variando questo valore. L'effetto più evidente sarà quello della variazione della profondità di campo e, più precisamente, possiamo notare come questa diminuisca all'aumentare dell'apertura e viceversa. In parole povere ad un diaframma molto chiuso (valori di f/ elevati) corrisponde un aumento della profondità di campo, mentre con un diaframma aperto (valori di f/ ridotti) la profondità di campo diminuirà considerevolmente. Ovviamente questa non è la sola conseguenza che otterremo variando il diametro del diaframma. Più il diaframma sarà aperto e più luce passerà attraverso l'obiettivo, così facendo occorrerà meno tempo per raggiungere la corretta esposizione della pellicola. Da ciò deduciamo che diaframma e otturatore si devono sempre muovere in "sincronia" per permettere alla luce di arrivare a contatto della pellicola nella giusta quantità. Riassumiamo in questa semplice tabella d'esempio i concetti fino a qui espressi.

Apertura Diaframma Valore di f/ Possibili Conseguenze
Molto aperto 1

Bassa profondità di campo

Tempi di scatto brevi

Molto chiuso 32

Profondità di campo elevata

Tempi di scatto lunghi

Consigliato utilizzo treppiede

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Otturatore

Come già accennato in precedenza questo dispositivo (che normalmente si posiziona tra l'obiettivo e la pellicola) serve a regolare il tempo di esposizione della pellicola al fascio di luce che proviene dall'obiettivo. In questo caso quindi parliamo di "tempo di scatto" ed i valori che utilizzeremo per misurare questo dispositivo saranno delle frazioni di secondo:

POSA B 1 1/2 1/4 1/8 1/15 1/30 1/60 1/125 1/250 1/500 1/1000 1/2000 1/4000 1/8000

Come potete vedere dalla tabella soprastante possiamo passare da un'apertura dell'otturatore lunga a piacere (da qualche secondo, minuto o anche ore) che andremo ad indicare col termine "posa B" fino ad arrivare a tempi di scatto che, nelle macchine più professionali, arrivano ad 1/8000 di secondo. Impostando tempi di scatto molto brevi (1/500 - 1/1000 - 1/2000 ecc) otterremo come conseguenza il "congelamento" della scena che stiamo fotografando comprese le azioni dei soggetti in movimento. Al contrario con tempi di scatto relativamente lunghi (ad es: 1/15 - 1/30 - 1/60) l'immagine che otterremo renderà maggiormente l'effetto movimento. Ovviamente, come avrete già intuito, ad ogni variazione di tempo di scatto ci dovrà essere una conseguente variazione del diaframma per far si che alla pellicola arrivi sempre la stessa quantità di luce e possa essere correttamente esposta. Riassumiamo anche qui con una tabella con alcuni esempi su cosa può comportare una variazione del tempo di scatto:

Tempo di Scatto Valore Possibili Conseguenze
Rapido 1/2000

Azione nella scena "CONGELATA"

Grande apertura di diaframma

Bassa profondità di campo

Lento 1/30

Effetto movimento presente nella scena

Diaframma molto chiuso

Profondità di campo elevata

Consigliato utilizzo treppiede

 

 

 

 

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